Scusate, se il GIGGI BUFFON PORTIERE E CAPITANO DELLA NAZIONALE, va in televisione a dire "non m'ero accorto che la palla era entrata ma, sono molto onesto (ALLA FACCIA!!!), anche se me ne fossi accorto non avrei aiutato l'arbitro", avete davvero creduto che il buon Davide Remedi, inciampato casualmente nelle gambettine protese da ballerina del povero Abel (ma dove avrebbe potuto metterle l'argentino sci-volante?) e leggermente sfiorato dal tiramollesco Rigu, una volta crollato in area allo scadere del recupero come il Colosso di Rodi avrebbe potuto ragionavolmente dire "no, dai, non è rigore, finiamola con il pareggio che è il risultato più giusto"??? E, con cotanta premessa, avete davvero creduto che il rigorista designato, non a caso il cinico Pol Pot, appena reduce da una terrificante ristrutturazione aziendale che ha comportato per i suoi sottoposti 5 anni di lavoro forzato nelle miniere della Siberia, avrebbe, per una volta in vita sua, pensato di fare una bella figura sbagliando il contestato rigore e facendo vincere la sportività? Beh, se lo avete pensato, come effettivamente ha fatto lo sconfitto cronista in quei concitanti momenti, siete proprio degli illusi.
D'altronde, basta fare alcune semplici considerazioni per comprendere come una squadra che oltre ai due primattori già citati contava nelle sue file l'anziano portiere nuovo moroso dell'Annalisa Zizzia (come testimoniano le foto strappate da un paparazzo che evidenziano come il Cocco Bello sia ormai solo un lontano ricordo per la sobria ristoratrice di Baia Flaminia), evidentemente arrivato ad un'età nella quale non può più permettersi di lasciarne perdere nessuna, un sinistro, losco, Mancino, figuro che importa cassette di frutta dal terzo mondo contenenti in realtà resti di preti umani e un padre di famiglia che ogni lunedì abbandona le sue creaturine per correre (si fa per dire) dietro ad un pallone, non avrebbe mai e poi mai potuto distinguersi per la sua correttezza in campo. Ed è inutile citare gli altri 2 poveri cristi appartenenti ai battuti, Simo e Marci, che hanno dato tutto pur di evitare di dover subire un destino già scritto.
Ma così è andata, cari lettori, e il ritardo nello scrivere questo breve articolo è dovuto proprio alla necessità di far raffreddare gli animi, scottati come non mai da tanta miserabile meschinità.