giovedì 3 aprile 2008

I giocatori

Pronti …… Via con i profili dei protagonisti.

TITOLARI

I senatori (anche d’età)

Massimo “MAX" Baronciani

Ruolo : Portiere.

Come non cominciare da lui, fondatore, nume tutelare, amministratore delegato, socio anziano e onorario, faro, di questa allegra combriccola di calcettari. Nonostante un’età che al lunedì sera consiglierebbe pantofole, vestaglia e la fiction di canale 5 (è un po’ il Ballotta della situazione. Con una differenza: Ballotta è molto più giovane di lui…il che è tutto dire!), lui almeno 2 volte al mese si presenta al calcetto, per misurarsi con portieri che potrebbero essere i suoi figli, e qualche volta, va detto, ancora riesce a fare la sua porca figura. Da due anni a questa parte ama indossare, nelle partite, la maglia di Dida, e non sappiamo come e perché le cose si colleghino, ma è un fatto che da quel esatto momento Dida ha iniziato il suo inarrestabile declino. Potere del Max !!!! Il mitico Max è in sé per sé la colonna portante del gruppo, l’uomo sulle cui spalle è gravata l’intera organizzazione fino al punto in cui tutti hanno pensato che sarebbe stato meglio alleggerirlo del peso…vista l’ormai manifesta incapacità senile gestionale. Ancora oggi, Max, quando si presenta in campo lasciando perdere pietose scuse per giustificare le sue reiterate assenze, è capace di prestazioni perfette alternate a bufale impressionanti. Ciò che ci manca di più, però, da quando si è abbandonato il campo grande, è il suo sbraitante “ATTENTI LI’ IN MEZZO”, urlato a sproposito, in ogni caso ed in ogni situazione, anche con il gioco nell’area avversaria: con il calcetto la specialità di Max sono diventate le uscite ammazzattaccanti, sullo stile dei celebri Harald Schumacher e Silvano Martina, che intorno agli anni ’80 tentarono di uccidere rispettivamente il francese Battiston e il buon vecchio caro Giancarlo Antognoni.

Somiglianza calcistica: Sentimenti IV (forse anche I ) o Dida (nel giorno del petardo)

Andrea “Guinnes” Simoncelli

Ruolo: Difensore centrale Conoscendo bene il mondo canino, grazie al suo fedele amico, il terribile mastino…Lillo…Andrea si appiccica all’uomo di punta dell’attacco avversario cominciando ad applicare il suo infallibile metodo fatto di spinte da dietro, ripetuti calcetti nelle caviglie e negli stinchi, ginocchiate nei reni, pizzicotti nel sedere, morsi sulla nuca e, soprattutto, il suo colpo prediletto: la panciata sull’uomo in corsa. Approfittando della protuberanza, il più volte nascosta dalle magliette extra large che è solito indossare, Andrea è bravissimo nell’interrompere la fuga del centravanti verso la porta col semplice movimento simile a quello che fanno le ballerine arabe note al mondo per la danza del ventre. Quando poi è in serata, Andrea si scatena pure in avanti, lasciando partire bordate imparabili dai 15 metri, anche se è possibile ipotizzare che, in realtà, il bersaglio non è la porta ma il suo avversario diretto: ogni metodo è buono per renderlo inoffensivo…

Somiglianza Calcistica: Montero

Michele “Troncon” Mancini

Ruolo : buttafuori. Giocatore pericoloso, ma davvero pericoloso, Mancio non fa differenze: per lui, il calcetto, il calcio, il rugby, il football americano e quello australiano sono la stessa cosa. Ma il vero problema è quando oltre a questi sport decide di traslare sul campo il rollerball. L’entrata in scivolata a gamba tesa e piedi uniti a martello è la sua specialità, ma non sono nemmeno disdegnati gli interventi diretti sulle ginocchia, tibie e peroni avversari in anticipo. Il bello è che, pur lasciando diversi cadaveri dietro di sé, chi si fa il più delle volte male è proprio lui, Michele stesso, capace forse di automenarsi per provare dal vivo gli effetti delle sue bastonate. Ma a salvaguardare la buona immagine di Michele ci sono da una parte la sua grande generosità e, dall’altra, la sua innata capacità autocritica, dote che gli permette ogni volta di ammettere serenamente i suoi errori, di non commetterli più e di affrontare con tranquillità di giudizio la “critica” altrui. Calcisticamente parlando, il suo sinistro è una specie di razza aliena, capace di produrre qualsiasi cosa, sia bombe all’incrocio, che rompere lampioni. Quando si lancia nelle sue serpentine, ricorda un simpatico incrocio tra Oriella Dorella e yoghi.

Somiglianza calcistica :Rocky Balboa

Marzo “Mezz” Cadeddu (difensore eclettico). Giocatore dalle lunghe leve, regista atipico, in genere parte palla al piede e…va…dove lo porta il cuore, insomma normalmente non passa la palla prima di avere raggiunto Via dell’Usignolo.

Sicuramente la cosa che gli viene meglio nel calcio è la vendita dei biglietti: è l’imprenditore della squadra. In tutte le situazioni, è in grado di effettuare in tempo reale un’analisi completa dei pro e contro di ogni suo movimento e delle repliche avversarie.

Utilitaristico fino al parossismo, ciò che conta per il Mezz è l’essenziale. E siccome nelle partite, come nella vita, per lui l’essenziale è vincere, quando capita che le cose vanno male o non comunque per il verso giusto ipotizzato a tavolino, Marco perde la trebisonda e comincia a tirare pallonate contro la recinzione e, peggio ancora, a darsi per battuto al 5’ del primo tempo sullo 0-1, afflosciando la sua prestazione e incaponendosi in stretti dribbling alla Garrincha fatti in tre metri quadrati contro quattro avversari. Da manuale sono i suoi commenti benevolo e incorraggianti a partita in corso,soprattutto verso i portieri, (TRE TIRI TRE GOL …vero max?? o ), così come è garantita la fredda sbrantolata nei confronti del capro espiatorio di turno. E’ uno dei giocatori più poliedrici, potendo interpretare diversi ruoli, dalla difesa, all’attacco per arrivare alla fase organizzativa, strappata con lucida crudeltà al “povero” Max.

Somiglianza calcistica : Zanetti Javier (e siamo buoni!!!)

Antonio “Atto” Astuti (difensore sin troppo laterale). E’ sin troppo facile rapportare il suo nomignolo a diversi aggettivi: spesso infortun-Atto (si illude di poter correre come un ragazzino a 45 anni), altre volte rintron-Atto (a causa delle pallonate ricevute in piena faccia), dal gioco varieg-Atto (il piede è talmente imprevedibile che non si può conoscere la traiettoria dei suoi tiri), a seconda dei momenti forsenn-Atto (i raptus agonistici ne contraddistinguono alcune prestazioni sbuffanti e con la bava alla bocca a inseguire inutilmente gli avversari che lo deridono facendo il torello), pure sfig-Atto (i pochi gesti tecnici che gli riescono o si concludono con tiri sul palo o con gol assolutamente ininfluenti sui risultati finali delle numerose sconfitte…), frequentemente distr-Atto (per la gioia degli attaccanti) e un po’ m-Atto (di solito è abbastanza tranquillo e sportivo ma quando gli arrivano i 3 minuti di follia all’anno si lamenta e si impunta come il pittore Ligabue). Da un punto di vista calcistico, la sua caratteristica principale è, salvo rari casi, quella di non tirare mai in porta: anche se si trova sulla riga con il portiere a terra e la palla sul destro, prova a passarla al compagno che, incredulo, non chiude in gol perché colto addirittura di sorpresa. Insomma, un grigio comportamento da difensore…maldestro.

Uno dei suoi classici nei momenti di forma (…?!?....), è il “pressing a fantasia”, quando preso da raptus, si lancia in pressing a casaccio su chiunque lontano o vicino, compagno, avversario o guardiano del Ledimar, caricando a testa bassa come un bue muschiato (o muschiATTO ??), con l’unico risultato di lasciare sguarnita la sua poszione e subire immancabilmente un’altra rete.

Somiglianza calcistica : Heinz o CossATTO

Domenico “Dom” Brigidi (difensore centrale con licenza di attaccare). Chi l’ha visto ?? ? I compagni stanno valutando di rivolgersi alla nota trasmissione per alimentare la speranza si ritrovarlo. Ai tempi in cui ancora giocava, si ricorda come un giocatore decisivo, abile nel contrastare e nel rilanciare. Per definirlo, basta un solo concetto: è tifoso del Torino. Con tutti gli annessi e connessi. Il Dom è uno dei pochi elementi che ancora fanno la differenza: difensore dal piede buono, dal fisico atletico e dalla risoluta proiezione offensiva, non ama perdere (visti i dispiaceri che gli arrivano dalla sua fede granata, spera almeno di rifarsi in prima persona) e trascina nelle docce tutte le situazioni rimaste irrisolte in campo, sia nel bene che nel male (anche se il lavoro, con i suoi turni particolari, sembra avere definitivamente minato il suo naturale feeling calcistico con Micky…). Ultimamente è poco presente o, meglio, si fa rivedere a cicli, comparendo ed apparendo a sorpresa nello spogliatoio quando nessuno si aspetterebbe di vederlo. Ha provato pure a fare l’allenatore, ma la fortuna non è stata dalla sua parte, finendo criticato, esonerato e esautorato da almeno la metà delle squadre amatoriali pesaresi. Ruolo Centrale di difesa

Somiglianza calcistica : Viera ( per portamento e soprattutto numero di presenze in campo) Comotto (per la fede)

Simone “Simo” Trebbi (attaccante solista). E’ il bello del team. Amatissimo dalle donne, da qualche tempo ha messo la testa a posto (ah ah ah ah…) viste le importanti scelte di vita che lo hanno portato a diventare fresco padre di famiglia. State pur certi che se una questione viene condivisa da tutti i componenti del gruppo, all’ultimo minuto si sente sullo sfondo una vocina che recita “perché questa decisione???”, rimettendo in discussione tutto. Calcisticamente parlando, Simo è indubbiamente un bomber di razza. Si potrebbe definire il classico attaccante che fa reparto da solo, nel senso che il primo pallone lo passa verso le 21,15 e per il secondo se ne parla il lunedì successivo: insomma, quando è in serata può appunto fare vincere, letteralmente, le partite da solo. Nel senso che è capace di provare a tirare da ogni posizione e dribblare tutti gli avversari, senza alzare la testa come se per lui fosse una questione personale da risolvere con un duello del far – west degno della sfida all’ “Ok Korral”. Le sue prestazioni sono memorabili pure per le drammatiche conseguenze che i colpi dei competitori hanno sulle sue delicate (!) membra, riducendolo speso a rotolarsi sul campo alla stregua di un bisonte ferito, oltre che per l’atteggiamento di grande lealtà sportiva nel momento di dover chiudere le partite: se vince si affretta a fare entrare in campo i giocatori della partita successiva, se perde comincia a caracollare sconfitto a mezz’ora dalla fine chiedendo “che ora è? Smettiamo?” oppure, approfitta di essere notoriamente riconosciuto come tachicardico, aumentando così le probabilità di un attacco improvviso quando è in vantaggio.

Somiglianza calcistica: Nedved (per le commedie) e Del Piero (per la bella faccina)

I Classici (figurativamente parlando)

Andrea “Leo” Leonardi (attaccante di manovra). Fratello d’arte, Andrea è un altro di quelli che, teoricamente, dovrebbero fare la differenza. Ma la teoria è una cosa, la pratica un’altra. Forse, tanto tanto tanto tempo fa Leo era in grado di stravolgere gli equilibri delle partite con le sue sgroppate, i suoi tiri fulminanti e le sue aperture illuminanti. Oggi, di tutto questo è rimasto ben poco, a sprazzi, e se la serata è quella storta allora può capitare di vedere Andrea fare anche 100-150 tiri in porta, da ogni parte del campo, senza mai inquadrare lo specchio. Ma se per caso imbrocca la serata giusta, allora tutto cambia e il suo apporto diventa importantissimo. Dotante di scatto bruciante e tiro secco, da quando ha smesso di fumare è alla ricerca di una condizione accettabile che lo riporti ai suoi fasti. Compagno ideale sotto l’aspetto colloquiale, non è uso scambiare molte parole, né durante il gioco (se non, indovinate un po’, qualche mugugno di frustrazione…) né dopo, per cui quando gli succedi di parlare per più di 15”, l’intero spogliatoio si azzittisce avendo afferrato la solennità del momento.

Somiglianza calcistica : Kakà (quando fumava), Zalayeta (da ex tabagista)

Marcello “Cocco” Buscaglia (difensore fantasioso). Sapiente organizzatore di gioco, spesso dalle sue lune dipendono le fortune della sua squadra. Nonostante una ormai ventennale militanza nel fantastico mondo del calcetto, si ostina con pervicacia a sostenere astrusi schemi di gioco, come il 2-2 che a calcetto in pratica equivale al famoso 5-5-5 di Oronzo Canà. Avvicinatosi al gruppo da “nemico” (era uno dei punti di forza della mitica squadra de “I Pianosi”, antagonista storica di innumerevoli sfide sul campo regolare finite talvolta a male parole), il Cocco si è calato alla perfezione nella parte di “Costruttore di gioco”, risultando molte volte uno degli elementi decisivi per la vittoria (e per la sconfitta quando non gira…). Noto ai più per la sua fama di “tombeur de femme”, non accusa il passare del tempo e grazie al suo fisico filiforme e asciutto (nonostante mangi come un bufalo e beva come Superciuk) corre ancora come un ventenne. D’altronde, è “costretto” a comportarsi come un ventenne pure al di fuori dal campo vista la sua professione (è insegnante) e la sua vita extra sportiva, impreziosita da frequentazioni che farebbero apparire un nonno il figlio dello Chef che ha 16 anni.

Somiglianza calcistica: Pirlo(a)

Paolo “Chef” Poto (secondo attaccante solista). E’ il manager rampante della compagnia. Autore di una fulminante carriera presso il gigante Telecom Italia (girando con la sua rossa auto aziendale crede di poter essere scambiato per Tronchetti Provera, solo che quest’ultimo guida una Ferrari e non una Punto…), prende questa come scusa per giustificare il suo perenne ritardo in sede di ritrovo ante match. Poi, sul campo si trasforma. Ovviamente a seconda dei casi. Anche lui dotato di una grande visione di gioco (…), se parte a testa bassa non lo ferma più nessuno e comincia a concludere e tirare da ogni angolo. Capita pure, raramente, che azzecchi dei gol straordinari ma nella media pur continuando ad essere considerato un bomber di razza, sarebbe forse meglio classificarlo come un attaccante dalle polveri bagnate dal tanto correre per così pochi risultati… E’ uso convivere tranquillamente con i compagni che sbagliano qualcosa o che non lo servono a puntino come da lui richiesto: il suo caratterino socievole, rasserenante e accomodante lo porta a tollerare prima e perdonare poi di buon grado le presunte mancanze altrui.

Somiglianza calcistica: Di Vaio (a star larghi)

I nuovi (senza garanzia)

Davide “Davi” Remedi (terzo attaccante solista). Attaccante di elevato impatto fisico, quando è in vena risulta praticamente immarcabile, facendo spesso vincere la sua squadra. Ha un concetto tutto suo della mobilità in campo che potremmo riassumere in “già siete in tre a correre, che bisogno c’è che corra anch’io ??”

Somiglianza calcistica : Bobo Vieri

Alberto “Rigu” Rigucci (difensore purissimo). Rientrato nel giro dello sport giocato da poco tempo, Rigu si è inserito subito nel gruppo grazie alla sua signorilità. Per quanto concerne la resa calcistica, abbiamo assistito ad un’alternanza di prestazioni tutto sommato più che accettabili ma contraddistinte, talvolta, da penose cadute fisiche, dovute a richieste eccessive ai suoi ossidati apparati muscolari per inseguire palle radenti e veloci (troppo veloci…per lui!). In campo è una sorta di arcigno Legrottaglie (nel suo periodo buio), mantiene la posizione e spazza senza fronzoli (vabbé…insomma…diciamocelo il difensore che tutti gli attaccanti sognano !!!)

Somiglianza calcistica : Legrottaglie (nel periodo oscuro, ma senza meches)

GLI ALTRI DELLA ROSA

Gli affezionati ( a cosa???)

Angelo “Clooney” Paci (difensore d’anticipo). Difensore arcigno ma molto corretto, Angelo è bravissimo nell’anticipare il suo avversario diretto ( e mancare il pallone, ma questo è un dettaglio). Non disdegna nemmeno le folate offensive (purtroppo) e, in genere, se timbra il cartellino del gol difficilmente la sua squadra perde: vuol dire che la giornata di grazie è arrivata.

Andrea (portiere). Chiamato solo quando gioca anche Max, Andrea è un ottimo portiere fra i pali quasi imbattibile. Qualche volta si azzarda a giocare palla al piede e in fondo in fondo se la cava anche lì. Certo, può eccedere nel dribbling, al punto che può capitare di vederlo provare a scartare pure se stesso…

Tommy (corridore). Trascinato a giocare con i quarantenni da Simone Trebbi, Tommy spesso si dimentica di aver a che fare con dei vecchietti e li soverchia con la sua esuberanza fisica. Il dato è però solo apparente, perché il giovincello corre molto per i primi 10’ minuti e poi si trascina per il campo come un Rivera a carriera finita!

Gianluca “mini Chef” Poto (difensore laterale a testa bassa). Da mascotte del gruppo (per la gioia del padre, costretto quindi a pagare “pizza e campo doppi”) ne è diventato parte integrante, facendosi rispettare in campo e dando però dimostrazione di essere ancora una “spina”, visto che anziché giocare a testa alta preferisce usare le sue lunghe leve per correre correre e correre… senza sapere verso dove…

I saltuari e gli Stagionali (stagionati anche)

Luca “Giordy” Giordano (uomo ovunque). Durante i lungi inverni pesaresi, il bagnino Giordy presta la sua atleticità al campo e quando può si fa trovare pronto per macinare chilometri e avversari contando sui suoi polmoni sproporzionati nei confronti del resto del fisico…

Pierpaolo “Pierpi” Gai (difensore puro). Strappato al suo ufficio che notoriamente lascia solo in caso di incendio, Pier si è Presentato in campo con tuta bianca più adatta ad un gelataio, e le mani coperte da un paio di guanti da minatore, ma in pochissimo tempo ha spazzato via ogni ironia e si è fatto rispettare meritandosi gli appellativi di CannaGai e Gaittuso: un difensore coi numeri (da commercialista!)

Luca Galli (difensore regista). Anche lui si fa trovare pronto d’estate, visto che durante l’inverno preferisce giocare con i professionisti amatoriali piuttosto che con noi miseri dilettanti. Poi, però, quando c’è, si fa sentire: eccome se si fa sentire!

Valerio (attaccante sbofonchiante). Partito come “titolare”, e dotato di un mancino rasoterra fulminante, nel tempo ha rarefatto le sue presenze e nessuno sa perché, visto che si dice che nessuno abbia mai sentito la sua voce se non per il continuo mugugno di sottofondo durante le partite…

Gianni “Vega” Bruzzesi (jolly). Portiere da sempre frustrato per aver dovuto sacrificare al ruolo il desiderio di poter correre in campo, Vega si rifà col calcetto, tramite fugaci apparizioni condite da buone prestazioni e da una dose sopportabile di sbrantolamenti.

Andrea “Polla” Bracci (attaccante). Anche lui si fa vedere qualche volta durante i mesi estivi, dato che per il resto della stagione si dà al calcio e al calcetto “serio”, fatto di punti e classifica. Quando però c’è, anche lui si fa notare!

Fabrizio “Fabri” Ferri (regista). Rientra nel novero dei giocatori veri (cioè quelli che non c’entrano niente con noi). Disponibile per la stagione estiva, è dotato di visione di gioco, e se si mette in testa di vincere e far vincere la sua squadra non ce n’è per nessuno.

Gli ex

Giulio “Pittbull” Balsamini (difensore grintoso). Costretto da guai fisici a dover smettere, prima di appendere le scarpette al chiodo ha provato a giocare anche in porta e pur di non mollare si dice abbia fatto domanda di assunzione come guardiano notturno del Ledimar.

Un encomiabile attaccamento alla squadra ed una mancanza che ancora oggi tutti noi sentiamo!

Andrea “la correttezza” Giommi (difensore scorretto). Ci voleva anche lui: in un gruppo dove tutti sono abbastanza onesti, leali e corretti i suoi sotterfugi pur di vincere facevano storia. Il lavoro e la sua comprensiva e rilassante dolce metà (!) l’hanno però allontanato dal terreno verde, avvicinandolo una volta di più ai pasticcini, con evidenti risultati di ormai irrimediabile sovrappeso!

Davide “patatine pai”(portiere). Come l’apparizione di una fulgida meteora, la sua indimenticabile stagione resterà per sempre nella nostra memoria, con le sue parate (poche), cappelle (tante) e, soprattutto, gli scatti d’irrefrenabile ira autolesionista. Il suo calcio ad un palo con conseguenti microfratture sparse, mascherato con stoica indifferenza al dolore fino a fine partita, rimarrà per sempre nella nostra memoria.

Uicky (portiere).

ll Buffon del calcetto (con la sua mole occupava tutta la porta) traslato in attacco nel campo grande, ove a qualche fortunato che passava lì intorno per caso capitò di sentire l’unica parola pronunciata in oltre tre anni di ostinato silenzio: uigoue.

Ragazzo dal carattere solare ed estroverso, qualche leggenda dice che un suo discorso con Andrea, amico di sempre, abbia raggiunto le 5 parole (però 2 erano “ciao”)

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