mercoledì 9 maggio 2012
Il cacciatore di farfalle
Una vittoria sfolgorante ed una conseguente devastante sconfitta hanno
caratterizzato la partita di lunedì 7 maggio A.D. Partiamo dai trionfatori i
quali hanno portato a casa l'aureo alloro di un 9 - 3 che disegna con assoluta
precisione il complesso degli avvenimenti. Un grandissimo Abel ha infuso
un'acciaiosa sicurezza all'intero quintetto, ergendosi ad autentica muraglia
cinese, un vero e proprio buco nero in grado di intercettare tutti i palloni -
luce che saettavano davanti alla sua porta. Il rimanente quartetto Riscotti,
Davi, Cocco, Mancio mostrava una solida e compatta personalità di gruppo
permettendo l'assunzione in cielo di un Remedi, che per la precisione con la
quale confezionava alcune reti da leggenda si meritava l'epiteto di Benvenuto
Cellini della marcatura, tanto la precisione, la destrezza e l'intuizione
parevano convivere in assoluta armonia con un tiro - sintesi delle predette
qualità. La squadra argentina non si accontentava però di vivere sulla felice
rendita dei singoli (Mancio dava prova, ad esempio, di una sobria e lucida
tenuta atletica) ma diveniva vero e proprio sistema, trasmutandosi in reparto
offensivo e/o difensivo in relazione alle momentanee esigenze. Ma se le qualità
descritte sarebbero comunque state tali anche al cospetto di una squadra meno
miserevole e più valorosa, il Titanic Max - Mez - Lillo - Leonardi - Cristiano alias Nuccioennio messi insieme, cozzava già dai primi minuti di navigazione contro l'iceberg avversario. Max,
da pochi giorni iscrittosi alla facoltà di entomologia comparata, dava un
penoso spettacolo di studente a caccia di farfalle, chino sui cespuglieti e
rampicante sugli alberi limitrofi, irritando oltremodo il Mez quando gli
mostrava alcune rare specie di lepidotteri all'uopo catturati. Lillo,
saettante come un Buddha di pietra vietnamita, assiteva alle per lui velocità
relativistiche del suo uomo Remedi, il quale in base al paradosso einsteniano
dei gemelli, lo lasciava dov'era, gemebondo, ansante, con 37 anni in più e
tutti i capelli bianchi, in base all'equazione e=mc2. Nuccioennio, servente al
pezzo, bombardava a più non posso (mai vista una cosa del genere....), ma per lui la porta coincideva, nè più, nè meno, con l'intera volta della palestra, creando non pochi brividi alle
innocenti e giovani giocatrici di tennis del vicino campo da gioco. Sul tutto
calava, infne, ineluttabile, la sera. Mez, appena rinfrancato dall'avere avuto
in dono da Max, un esemplare bellissimo di farfalla brasilana, conteneva a
stento la sua incontenibile stizza, e dopo essersi impomatato i capelli ed
avere inforcato gli occhialini di Clark Kent sospirava sull'eccessiva severità
avuta nei riguardi di Simone. Che si giunga ad una riduzione della pena?
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