martedì 15 maggio 2012

Partita del 14 maggio. L'addio delle Vecchie Glorie del Milan

Dopo lo struggente addio di Del Piero alla Juventus, ieri sera il calcetto del lunedì (definitivamente e ufficialmente trasferito vitanaturaldurante alla Baratoff dopo democratica votazione dei giocatori) ha celebrato l'ultimo saluto alle Vecchie Glorie del Milan, nel corso di una partita celebrativa conclusasi con il naturale successo per 12-9 in rimonta delle Nuove Leve.
Uno sguardo alle pagelle delle Vecchie Glorie del Milan. Generose, molto generose.
William Vecchi. Pur con i suoi 64 anni suonati, l'anziano estremo difensore (da notare, vedi foto, la sua impressionante somiglianza con l'altro attempato ex Gianni Bruzzesi), da qualche anno ormai relegato al ruolo di allenatore dei portieri, ha fatto il suo dovere, opponendosi alla bell'è meglio alle folate delle Nuove Leve. Nonostante ciò, alla fine è stato ingiustamente accusato dal compagno Van Bommezz, noto per la sua sportività e obiettività di giudizio, di essere stato largamente insufficiente. Voto 6.
Van Bommezz. Inutile gettare benzina sul fuoco della sconfitta con chi è conosciuto non solo per non sapere vincere ma anche, e soprattutto, per non saper perdere. Non appena il risultato ha cominciato a non reggere più (molto presto...), si è assistito alla solita metamorfosi che lo ha visto terminare il match nei panni di un assatanato censore dei compagni e, per la verità, anche di sè stesso. Non si sa bene che fine farà. Voto 0, con l'aggravente di essere stato inserito in un contensto milanista.
Rigattuso. Ha fatto quasi compassione nel suo vano tentativo di arginare i debordanti attacchi avversari. Ha provato anche a spingersi avanti ma, nelle poche occasioni in cui avrebbe potuto andare a segno, il piede non era decisamente in giornata. Sembra che non abbandonerà il calcio: dicono che forse tornerà in Scozia, anche se lui vorrebbe in realtà provare a farsi ingaggiare dall'Havana Club o dal Real Cartagena. Voto 6.
Leonesta. La classe non è acqua, e tenta di dimostrarlo fino in fondo. Peccato che il fiato non sia più quello di una volta e la logica conclusione è stato il naufragio insieme ai compagni. Per lui si parla di un futuro oltre Oceano, a New York, non è ben chiaro se a continuare a giocare a calcio o se nella famosa pizzeria di Little Italy "Da Franchino e la sua ex", gestito da una strana famiglia di ristoratori anglopesaresi. Voto 6.
Ciro Inzaghi. Parte alla grande, segna, spallonetta, infila, spizzica di testa. Poi, piano piano si spegne e comincia a centrare i pali e il portiere argentino in vena di regalie, per finire la partita sparacchiando alle stelle e alle stalle lamentandosi con i truci difensori delle Nuove Leve perchè urlano "Mia" o perchè si affidano all'esperienza nel tentativo di arginarne l'azione. Dice che continuerà a giocare, anche se il Subbuteo è ormai, in tempi di Play Station, diventato un hobby da attempati collezionisti. Voto 6 (media fra l'8 dei primi 15' e il 4 dei restanti 45).
Per le Nuove Leve non è necessario sprecare troppe righe: compitini ben svolti da tutti, pur con qualche lacuna da parte del giovane portiere argentino che per la prima mezz'ora si è dematerializzato facendosi passare ripetutamente attraverso il suo, peraltro non proprio esile, corpicino, ogni pallone indirizzato fra i pali, probabilmente per dare un po' di senso alla partita organizzata in onore delle Vecchie Glorie del Milan. Meritano poi menzione la compassata prestazione di un Balotrebbi ritrovato oltre che assolutamente spietato in zona gol, il gol di testa all'incrocio del cronista, non a caso siglato fra le statue marmoree delle Vecchie Glorie pietrificate in un plastico movimento scolpito da un novello Canova sullo stile delle sue opere in mostra al Museo di Villa Borghese, le prepotenti azioni di Mancio Boateng, che si è reso conto solo verso la metà della partita di essere stato inserito nelle Nuove Leve e non nelle Vecchie Glorie del Milan, ritrovando così verve ed energia, e l'ormai consueta bella figura a tutto campo di Marcellino (cioè Marcello Nocerino).

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