martedì 17 settembre 2013

Partita del 16 settembre. In campo: 6-6. Terzo tempo: Kalle-Miki's 10-0

Ok, togliamoci subito il dente. Terzo tempo senza storia: dopo la figuraccia di lunedì scorso, Kalle ha inflitto un pesante 10-0 agli storici rivali del Miki's Saloon. Per adesso si torna di buon grado alle origini, con tutte le differenze e le evoluzioni del caso, e, per il futuro, sia ad Artista chiuso che in generale, si vedrà, nel segno del rinnovamento e della ricerca di nuove soluzioni.
In pratica, tutto ciò che non è accaduto in campo. Detto che la partita è stata bellissima, una delle migliori degli ultimi tempi (finita con un rocambolesco ma giusto pareggio per 6-6), i dieci protagonisti hanno datto il meglio, o il peggio, a seconda dei punti di vista, per dimostrare che, gattopardianamente parlando, "tutto cambia perchè nulla cambi", cioè siamo sempre gli stessi "polli". E vediamone, uno ad uno, il perchè, senza tante inutili divisioni di squadre, visto l'equanime risultato finale.
Stefano. Un pachiderma insuperabile, come lo strepitoso portiere di "Pomi d'ottone e manici di scopa", indimenticato film di Dysneiana memoria. Con la sua mole ha occupato ogni spazio disponibile della porta, allungandosi in ogni angolo e parando tutto il parabile di ciò che gli è stato indirizzato. Che poi rialzarsi sia un problema ormai è risaputo: per le prossime volte, sarà ingaggagiata allo scopo la squadra di 500 persone (fra tecnici, ingegneri e operatori) che è stata capace di realizzare la ben più facile impresa di raddrizzare la Costa Crociere all'Isola del Giglio.
Abel. El gaucho è una sicurezza, le sue felpate, pur se un po' appesantite, movenze gli permettono cose che tutti noi pensavamo fossero per lui impossibili fino a pochi mesi fa. Anche di prendere gol che definire ingenui è dire poco.
Marco. Il mister ha provato ad orchestrare il gioco dei suoi provocando però i guai che proprio lui non vorrebbe che gli altri facessero con i cosìddetti "passaggi orizzontali", spesso preda dei predatori avversari. A dire il vero, però, un punto a suo favore sta nel non aver effettuato il mitico, e richiestissimo dai tifosi, "calcio della palla in tribuna" dopo aver incassato un gol di troppo. Segno dell'evidente crescita in onore del percorso parallelo che il suo mentore Mazzarri sta compiendo nell'amata Beneamata.
Antonio (autoritratto non autorizzato ad altri cronisti, please, ndr). Palla medica? Palla a rimbalzo controllato? Palla elastica? Palla prigioniera? Non importa: di qualunque tipo di palla si tratti l'importante è provare a fare il lancio "in the box", con la cocciutaggine di un mulo, inconsapevole che nel 99% dei casi i difensori avversari l'hanno capito e che nel restante 1% il lancio è scentrato come quello di un freesby impazzito.
Michele. Terminator. Conan il Barbaro. Attila, Flagello di Dio. Predator. Gengis Khan. It. Freccia Rossa. Transiberiano. Cassandra Crossing. TGv. Shinkansen. Speed. Speed 2. Autotreno. SUV. Rullo compressore. Basta così, siamo buoni: per una sera, tutti questi appellativi sono esagerati, anche se un paio di ginocchia che si sono incorciate alle sue sono pur sempre saltate...
Alberto. Che grande generosità: corsa, recuperi, difesa, autentiche immolazioni di fronte alle bordate degli avanti avversari, cuore, scarpe n. 48, culo, costole, ginocchia, faccia. Insomma, tutto quello che può servire ad ergere un muro invalicabile davanti al suo portiere. Poco importa, poi, se davanti all'altro portiere, insieme al suo degno compagno di reparto Antonio, anzichè segnare da pochi centimetri, comincia un patetico duetto terminato con pali, respinte, tironzoli, svirgolate e chi più ne ha più ne metta con il chiaro obiettivo di non fare gol per forza. Ma tant'è...   
Andrea. Il signor Franco Cesarini questa volta non è riuscito nel suo mortifero ruolo di uomo risolutore degli ultimi minuti, cozzando anche lui sulla munita difesa avversaria. L'unica parola che gli è uscita in tutta la serata è stata, a pochi minuti dalla fine, un "Fallo". Ma cosa voleva dire? "Ho fatto fallo"? "Ho subito fallo?". "Fallo" nel senso di "dai, forza, fallo!!!" indirizzato ad un suo compagno? "Fallo" nel senso imprecativo di "Cazzo!!!"?. Ve lo diciamo in tutta sincerità: non siamo riusciti a capirlo pur avendo provato ad approfondire la questione rientrando negli spogliatoi. Consigliamo al buon Leonardi un bel corso di comunicazione...
Paolo. Arrivando al campo, ha incontrato un amico che gli ha chiesto "Ma fai sempre il portiere?". Lui ha risposto, con sorrisetto beffardo da chissà quale bomber navigato: "No, ho cambiato ruolo, ora mi occupo di segnare, sono evoluto...". Beh, se lo stesso amico lo avesse visto mettere a lato da 1 cm a porta vuota avendo colpito il pallone di piatto con il tallone (sì, avete letto bene: di piatto col tallone, l'ha detto lui!), gli avrebbe sicuramente detto: "Paolo, sarà meglio che torni in porta". Cosa che facciamo anche noi, vista la possibile futura carenza di estremi difensori considerando che, due dei tre attualmente in rosa, sommano la bellezza di circa 174 anni.
Davide. E' bravo, Davi, è bravo veramente a segnare ad ispirare, passare, fare assist, e realizzare con freddezza i gol che servono a tenere a galla la sua squadra nei momenti difficili. Ma è anche bravo a non smentirsi mai nel prendere un gol a suo favore dicendo, nel silenzio assoluto, "è gol, l'hai sfiorata (rivolto al portiere su una rimessa laterale, ndr) con la punta del dito indice del guanto della mano sinistra, si è sentito benissimo, non puoi negare, è gol, è gol, è gol, uhaa, uhaa, nghè, nghè, gol, gol, gol!!!". D'altronde, la partita era troppo bella per correre il rischio di rovinarla opponendosi ad una simile, indubitabile, certezza.
Simone. L'altro attaccante non gli è da meno, implacabile sotto porta, abilissimo a servire ai compagni palloni da spingere dolcemente in rete e spietato al momento di segnare lui stesso. Certo, per un motivo o per l'altro, se la media dei falli a partita è di circa 10, la pecentuale dell'80% attribuibile a quelli da lui subiti è piuttosto alta ma in fondo se, poverino, è così delicato, leggero e cagionevole di salute da svolazzare come un fuscello su una spintarella appena accennata (a palla persa) che, probabilmente, neppure un fantasma avrebbe accusato, non è certo colpa sua.  


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