martedì 25 marzo 2014

PARTITA DEL 24 MARZO



PARTITA DEL 24 MARZO - LA CRONACA

Lunedì 24 marzo 2014. La raggiunta parità con un punteggio di 12 – 12, registrava quell’auspicato pareggio di bilancio, da più parti invocato dopo le ultime disastrose fasi economiche, caratterizzate da squilibri quasi strutturali. Esauritasi dunque la fase squisitamente mistica e con essa la forza propulsiva alimentata dalla trascorsa teologia dei veggenti, lunedì scorso riappariva finalmente l’Illuminismo, con le proprie cartesiane e sobrie rassicurazioni. Si chiudeva cioè la pagina dell’irrazionalità e dell’oscurantismo medioevale, per giungere ad un’appagante tranquillità piccolo – borghese che, comunque, ben lungi dal sacrificare sul proprio altare, l’agonismo e la volontà di predominio, incanalava questi ultimi ineludibili elementi dell’antropologia sociale in un sistema ben più gratificante sotto il profilo sportivo.
Dunque, i quintetti: MANCINI, ATTO, MAX, DAVI E LEONARDI contro ABEL, MEZ, RIGU, SIMONE E CHEF. Dalla porta di Max si assisteva in lontananza e confusamente, a frequenti viluppi di braccia e gambe, aggrovigliate a terra, dalle quali emergeva un sordo mugugnìo di malcontento e smarrimento e dove, ad epilogo del tutto, si raccoglieva una palla, sola, in fondo al sacco. Al di là di questi scenari danteschi, la partita, ad opera di due falangi ben motivate e convinte, veniva affrontata con ritmo serrato e sostanziale correttezza. Solamente l’ipossigenazione della quale ha cominciato a soffrire Michele Mancini, poteva spiegare come quest’ultimo riuscisse con tanta convinzione a confondere la sagoma del proprio compagno Atto con un avversario inesistente, per tempo e luogo.



 I DUE TORNEI


Il tempo, inesorabilmente, tutto consuma e tutto spegne. Pertanto, allo scopo di contrastare il più efficacemente possibile il fatale andare degli eventi, dilatare nel tempo le fortune di questo bellissimo gruppo e, di conseguenza, arricchire il percorso collettivo, di nuove suggestioni e più ambìte mete, mi permetto, in qualità di Presidente emerito, di sottoporVi la seguente proposta, ovvero l’organizzazione di due tornei interni da svolgersi in prossimità delle fasi invernali ed estive dell’anno sportivo ovvero immediatamente prima delle rispettive cene di inizio stagione. I due tornei, rispettivamente, di andata e di ritorno insedieranno i campioni d’estate e d’inverno e si consumeranno nell’ambito di due partite che potranno diventare tre in caso di pareggio il quale, presupporrà, com’è logico, la cosiddetta sfida idi bella.
Occorrerà, naturalmente, garantire l’uniformità delle due squadre nel corso dell’intero e breve torneo, anche, se, per non cadere in un eccesso di burocratico perfezionismo, si suggerisce di prevedere ragionate eccezioni in caso di inevitabili ed imprevedibili assenze, onde non incorrere nell’impossibilità pratica di continuare nella disfida.
Le due squadre si dovranno munire, inoltre, di divise rappresentative con le quali storicizzare l’evento nel corso degli anni mentre le stesse serate di gara dovranno caratterizzarsi per la consumazione del cerimoniale delle fotografie, le quali saranno opportunamente inserite nell’archivio del blog.
Ritengo che l’allestimento di due tornei in un anno costituisca la giusta proporzione nel contesto dell’anno sportivo, alimentando la naturale predisposizione psicologica ai due eventi che, come si sa, costituisce uno dei propellenti per garantire la coesione della squadra nel tempo, e per fornire, di conseguenza, un ulteriore obiettivo verso il quale astrattamente e concretamente tendere. Coloro che si trovino d’accordo si esprimano al più presto mentre i recalcitranti ci pensino prima di dissentire. La squadra ha sfidato i decenni grazie alla propria flessibilità e fantasia e mai arretrando di fronte al nuovo.

Max, Presidente emerito ininfluente.

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