FULL METAL
MEZZ
Sulla caserma di Fort Langley, vecchia sede dei
servizi segreti, era sceso il buio ed all’interno della camerata, il nostro
piccolo plotone era stato ruvidamente schierato in attesa del capo di stato
maggiore della squadra avversaria,. Quella degli imperialisti che avevamo
sconfitto la settimana precedente. Erano furiosi come belve ferite e quella,
con ogni probabilità, sarebbe stata ricordata come la sera più lunga della
nostra vita.
- Il sono il generale Mez Namara, vostro Capo di
Stato Maggiore. Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà
richiesto e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà
“signore”. Tutto chiaro, luridissimi vermi? Se voi, gentili frocetti che amate
tanto Lillo da succhiarglielo nei sogni notturni, riuscirete a terminare
l’imminente rivincita di calcetto sarete veri e propri giocatori, ma sino a
quale momento, in questo alberghetto, siete solo uno sputo, la più bassa forma
di vita che ci sia nel globo. Siete pezzi informi di materia organica anfibia
comunemente detta “merda”. Mi sono spiegato?-
“Signorì, Signore!”– rispondemmo appena giunti
trafelati nella camerata interna al campus di allenamento.
- Dato che sono un imprenditore, e di successo
per giunta, non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete. Io
sono un duro però sono giusto. Qui non si fanno distinzioni razziali. Qui si
rispetta gentaglia come dipendenti pubblici, negri, pesaresi, farmacisti
oziosi, esodati ed assicuratori. Qui vige l’uguaglianza. Non conta un cazzo
nessuno. Da oggi sono terminate le vostre seratine al pub e gli apericena a
buon mercato. Finiti anche i palpeggiamenti a Mary ficarotta sui sedili
posteriori delle vostre automobiline. L’unico buco che vedrete sarà quello del
culo del vostro compagno di squadra nel corso della prossima partita che,
naturalmente , perderete! Tu. Come ti chiami, faccia di merda?-
-
Signore, Max Luther King, signore!-
- Tu hai la tipica faccia del pubblico dipendente
parassita che sta rovinando la nostra società. Quanto sei alto fannullone?-
- Signore, 1 e 84, signore! -
-Un metro e ottantaquattro. Prima non facevano
pile di merda così alte. Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei
nato è colata fra le chiappe di tua madre e ha macchiato il materasso. T’hanno
fatto con lo scarto! Tu, invece. piantala di guardarmi con quella da faccia da
ebete e presentati!-
-Signore, Rigu Lennon, signore! –
-Mez Namara si avvicinò ancora di più al volto
dell’uomo tremebondo che gli stava di fronte, quasi a contatto diretto col
volto del povero e segaligno Rigu: - I tuoi genitori hanno per caso anche
figli normali?-
-Signore, non credo signore!-
- Saranno allora pentiti di averti fatto. Tu sei
talmente brutto da sembrare un capolavoro d’arte moderna. Da dove vieni, sacco
di merda?-
- Signore, proprio da Pesaro signore, ma vivo in
America da molti anni- disse Riogu Lennon con un unico esilissimo filo di
voce tremolante.
- Bene. Io ho sempre saputo che a Pesaro brancolano
solamente tori e checche. Tu l’aria del toro non ce l’hai manco per il cazzo e
quindi il cerchio si stringe. Tu succhi gli uccelli?-
- Signorno, signore!-
- Ci soffi dentro per gonfiarli?-
- Signorno, signore!-
- Ti terrò d’occhio -
Dal fondo della camerata si udì ad un tratto
l’inopportuna voce paciosa di Agnolotto Pontrelli: “Signore, ma io non credo
che questo sia il modi di trattare una squadra avversaria, solamente perché ama
la pace!-
- Chi ha parlato. Chi cazzo ha parlato? Chi è
quel lurido stronzo, comunista checca, pompinaro che ha firmato la sua condanna
a morte? – Mez Namara adesso faceva veramente paura e ce lo immaginavamo
mentre sputava napalm sui vicini campi di calcetto vietcong dove aveva
combattuto sino a pochi mesi prima.
- Signore, sono Agnolotto Pontrelli,
signore!-
- Senti, senti, abbiamo un attore comico tra noi. Dalle
fattezze non mi sembri neanche tanto evoluto. Sei più largo che alto.
Probabilmente quando sei stato generato non dovevano ancora essere stati
concepiti i principi base della geometria e Talete di Mileto doveva ancora nascere.
Che cazzo di mestiere fai per vivere, mister sorriso idiota smagliante in
una faccia da carboncino?-
- Signore, l’assicuratore, signore- rispose Agnolotto Pontrelli
il quale aveva già smesso di respirare.
- Ah, l’assicuratore. Ebbene io ti
assicuro che la prossima imminente partita la svolgerai con una polizza
infilata su per l’ano così quando correrai il tuo culone scorreggerà paragrafi
e commi di legge, tipici ingredienti di quei contratti che voi pacifisti
opportunisti fate firmare ad innocue vecchiette o a cittadini incapaci di
intendere e di volere! Tu invece chi saresti?--
- Signore, Atto Capanna, signore!-
- Guarda guarda chi si rivede. Il mio vecchio
compagno d’università. Magari adesso penserai che in nome della nostra vecchia
amicizia io debba dimostrare un poco di indulgenza, non è vero? Te lo puoi
scordare! La tua lurida scelta l’ha compiuta schierandoti con il pacifismo e la
contestazione. Io ti leverò la pelle dalla schiena a furia di frustate e tu
giungerai sul campo di calcetto così piagato che nostro Signore Gesù Cristo,
dopo la flagellazione, apparirebbe uscito da un istituto di bellezza! Brutto
schifoso comunista del cazzo. Contestatore a spese di papà. Tu e quelli come te
si sono arricchiti vendendo farmaci scaduti a gente ignara. Sei segnato,
MentecAtto!!-
Mez Namara si piazzò al centro della camerata: - volete
sapere qual è la più micidiale combinazione del mondo. Un imprenditore in
possesso di palla . Ma questo non basta perché è sulla volontà di uccidere e
cacciare il pallone in porta che occorre concentrarsi. Il pallone è solo uno
strumento: è il cuore di pietra quello che fa vincere una partita. Se la vostra
volontà di vincere non è pura e ben controllata, potreste esitare davanti alla
porta del nemico e voi diventereste degli sconfitti. Se l’ultima volta siete
riusciti a vincere è stato perché la vostra ipocrita sete di pace ci aveva
tratti in inganno, non lasciandoci scorgere la perfidia di serpi pronte ad
iniettare il loro veleno mostrandosi per quello che non erano. Ma questa volta
non sarà così. Ve lo posso assicurare!-
A quel punto il Generale Mez Namara chiamò il
maggiore Remedi. Voleva acquisire il nuovo regolamento della prossima partita.
L’ufficiale si presentò a passo veloce e dopo avere salutato glielo consegnò,
commentandolo: - Generale, si tratta di una nuova regola, peraltro
improntata a sicuri criteri d’imparzialità. Nel nuovo regolamento la porta
avversaria avrà queste dimensioni, 7 metri di lunghezza, e quasi tre di
altezza. I pali risulteranno elettrificati così da impedire particolari
acrobazie al portiere avversario. I riflettori verranno spenti al momento del
tiro per essere subito dopo riattivati. Ovviamente la nostra squadra potrà
giocare in una metà del campo regolarmente omologata. Questo è tutto-
Mez Namara guardò dritto negli occhi il vecchio
combattente: - Remedi, sei un gran figlio di puttana ma sei anche il
migliore ufficiale che io abbia mai avuto. Poto non ha rivali nei cieli ma a
terra , ma tu sei la mente strategica più acuta che io conosca. Ben fatto!
Signori ora è tempo di giocare. Portatemi fuori quell’accozzaglia di
progressisti e prepariamoci a mandarli al macello. -
La partita iniziò pochi minuto dopo e ancora oggi
ricordo come avvenne il secondo miracolo, quello in cui pur non riuscendo a
scacciare il nemico dal campus lo costringemmo a non vincere, permettendo a noi
stessi di non perdere. E’ vero. Non li battemmo. Ma l’opinione pubblica
mondiale, esaltata dall’eroismo di cinque straccioni pacifisti ma
determinatissimi, scese nelle piazze, sventolando milioni di bandiere sulle
quali vi era scritto “I love Lillo”. Lo stesso governo dovette
intervenire decretando la fine dello stato di emergenza e con esso il termine
di quella prima guerra di contestazione e liberazione. Quella classe militare
aveva fallito. Quattro anni dopo iniziò l’epurazione dei quadri ufficiali che
non avevano saputo cacciare i progressisti, come avevano promesso davanti alle
televisioni di tutto il mondo, con tanta tracotanza. Il Generale Capo di Stato
Maggiore Mez Namara si spense il 4 giugno 1971 nell’ospedale militare di
Galantara nel Nevada, solo, abbandonato da tutti e consunto dalla sifilide. La
moglie, ungherese, era fuggita dieci anni prima con un rifondazionista dopo
avergli soffiato l’Esatour e la dignità. Al prete che gli somministrava i
sacramenti rispose, inebetito dalla senilità: - Fanculo!. Al posto
dell’acqua santa voglio il napalm- . Venne sepolto a San Decenzio, in
Italia. Il colonnello Poto era al comando di uno dei suoi elicotteri quando
parlando al telefonino con il figlio si schiantò contro i cavi ad alta tensione
di un traliccio, proprio sul Potomac, il fiume sui cui argini nacque. Sulla sua
tomba, un'unica scritta: gli si ruppero le pale-.
Il tenente colonnello Abel Ferrara, ritornò in
patria, a Buenos Aires, evitando così la corte marziale. Dipinse senza successo
per altri vent’anni, ma l’unico quadro che vendette fu l’affresco della sola
partita che, per lui, avesse veramente contato. Al centro del dipinto
campeggiava il drappo “I love Lillo”. Il maggiore Remedi fondò a Seattle,
l’Associazione Fair Play ma si rovinò finanziariamente quando lo
denunciarono per avere scritto uno statuto mendace che favoriva il solo
fondatore. Il Generale di Brigata Man Cinic fu quello a cui andò meglio. Rilevò
le battilarde del suo vecchio amico Mez Namara esibendosi ai bagni Sacro Cuore.
Spesso gli chiedevano di rilasciare un’intervista ma si oppose sempre. Nessuno
ha mai saputo perché.
MAX.
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