martedì 21 ottobre 2014

PARTITA DI LUNEDI' 20 OTTOBRE. FULL METAL MEZZ (BY MAX)


 
 
FULL METAL MEZZ

 

Sulla caserma di Fort Langley, vecchia sede dei servizi segreti, era sceso il buio ed all’interno della camerata, il nostro piccolo plotone era stato ruvidamente schierato in attesa del capo di stato maggiore della squadra avversaria,. Quella degli imperialisti che avevamo sconfitto la settimana precedente. Erano furiosi come belve ferite e quella, con ogni probabilità, sarebbe stata ricordata come la sera più lunga della nostra vita.

- Il sono il generale Mez Namara, vostro Capo di Stato Maggiore. Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà “signore”. Tutto chiaro, luridissimi vermi? Se voi, gentili frocetti che amate tanto Lillo da succhiarglielo nei sogni notturni, riuscirete a terminare l’imminente rivincita di calcetto sarete veri e propri giocatori, ma sino a quale momento, in questo alberghetto, siete solo uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo. Siete pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta “merda”. Mi sono spiegato?-

“Signorì, Signore!”– rispondemmo appena giunti trafelati nella camerata interna al campus di allenamento.

- Dato che sono un imprenditore, e di successo per giunta, non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete. Io sono un duro però sono giusto. Qui non si fanno distinzioni razziali. Qui si rispetta gentaglia come dipendenti pubblici, negri, pesaresi, farmacisti oziosi, esodati ed assicuratori. Qui vige l’uguaglianza. Non conta un cazzo nessuno. Da oggi sono terminate le vostre seratine al pub e gli apericena a buon mercato. Finiti anche i palpeggiamenti a Mary ficarotta sui sedili posteriori delle vostre automobiline. L’unico buco che vedrete sarà quello del culo del vostro compagno di squadra nel corso della prossima partita che, naturalmente , perderete! Tu. Come ti chiami, faccia di merda?-

- Signore, Max Luther King, signore!-

- Tu hai la tipica faccia del pubblico dipendente parassita che sta rovinando la nostra società. Quanto sei alto fannullone?-

- Signore, 1 e 84, signore! -

-Un metro e ottantaquattro. Prima non facevano pile di merda così alte. Io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata fra le chiappe di tua madre e ha macchiato il materasso. T’hanno fatto con lo scarto! Tu, invece. piantala di guardarmi con quella da faccia da ebete e presentati!-

-Signore, Rigu Lennon, signore!

-Mez Namara si avvicinò ancora di più al volto dell’uomo tremebondo che gli stava di fronte, quasi a contatto diretto col volto del povero e segaligno Rigu: - I tuoi genitori hanno per caso anche figli normali?-

-Signore, non credo signore!-

- Saranno allora pentiti di averti fatto. Tu sei talmente brutto da sembrare un capolavoro d’arte moderna. Da dove vieni, sacco di merda?-

- Signore, proprio da Pesaro signore, ma vivo in America da molti anni- disse Riogu Lennon con un unico esilissimo filo di voce tremolante.

- Bene. Io ho sempre saputo che a Pesaro brancolano solamente tori e checche. Tu l’aria del toro non ce l’hai manco per il cazzo e quindi il cerchio si stringe. Tu succhi gli uccelli?-

- Signorno, signore!-

- Ci soffi dentro per gonfiarli?-

- Signorno, signore!-

- Ti terrò d’occhio -

Dal fondo della camerata si udì ad un tratto l’inopportuna voce paciosa di Agnolotto Pontrelli: “Signore, ma io non credo che questo sia il modi di trattare una squadra avversaria, solamente perché ama la pace!-

- Chi ha parlato. Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo, comunista checca, pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? – Mez Namara adesso faceva veramente paura e ce lo immaginavamo mentre sputava napalm sui vicini campi di calcetto vietcong dove aveva combattuto sino a pochi mesi prima.

- Signore, sono Agnolotto Pontrelli, signore!-

- Senti, senti, abbiamo un attore comico tra noi. Dalle fattezze non mi sembri neanche tanto evoluto. Sei più largo che alto. Probabilmente quando sei stato generato non dovevano ancora essere stati concepiti i principi base della geometria e Talete di Mileto doveva ancora nascere. Che cazzo di mestiere fai per vivere, mister sorriso idiota smagliante in una faccia da carboncino?-

- Signore, l’assicuratore, signore- rispose Agnolotto Pontrelli il quale aveva già smesso di respirare.

- Ah, l’assicuratore. Ebbene io ti assicuro che la prossima imminente partita la svolgerai con una polizza infilata su per l’ano così quando correrai il tuo culone scorreggerà paragrafi e commi di legge, tipici ingredienti di quei contratti che voi pacifisti opportunisti fate firmare ad innocue vecchiette o a cittadini incapaci di intendere e di volere! Tu invece chi saresti?--

- Signore, Atto Capanna, signore!-

- Guarda guarda chi si rivede. Il mio vecchio compagno d’università. Magari adesso penserai che in nome della nostra vecchia amicizia io debba dimostrare un poco di indulgenza, non è vero? Te lo puoi scordare! La tua lurida scelta l’ha compiuta schierandoti con il pacifismo e la contestazione. Io ti leverò la pelle dalla schiena a furia di frustate e tu giungerai sul campo di calcetto così piagato che nostro Signore Gesù Cristo, dopo la flagellazione, apparirebbe uscito da un istituto di bellezza! Brutto schifoso comunista del cazzo. Contestatore a spese di papà. Tu e quelli come te si sono arricchiti vendendo farmaci scaduti a gente ignara. Sei segnato, MentecAtto!!-

Mez Namara si piazzò al centro della camerata: - volete sapere qual è la più micidiale combinazione del mondo. Un imprenditore in possesso di palla . Ma questo non basta perché è sulla volontà di uccidere e cacciare il pallone in porta che occorre concentrarsi. Il pallone è solo uno strumento: è il cuore di pietra quello che fa vincere una partita. Se la vostra volontà di vincere non è pura e ben controllata, potreste esitare davanti alla porta del nemico e voi diventereste degli sconfitti. Se l’ultima volta siete riusciti a vincere è stato perché la vostra ipocrita sete di pace ci aveva tratti in inganno, non lasciandoci scorgere la perfidia di serpi pronte ad iniettare il loro veleno mostrandosi per quello che non erano. Ma questa volta non sarà così. Ve lo posso assicurare!-

A quel punto il Generale Mez Namara chiamò il maggiore Remedi. Voleva acquisire il nuovo regolamento della prossima partita. L’ufficiale si presentò a passo veloce e dopo avere salutato glielo consegnò, commentandolo: - Generale, si tratta di una nuova regola, peraltro improntata a sicuri criteri d’imparzialità. Nel nuovo regolamento la porta avversaria avrà queste dimensioni, 7 metri di lunghezza, e quasi tre di altezza. I pali risulteranno elettrificati così da impedire particolari acrobazie al portiere avversario. I riflettori verranno spenti al momento del tiro per essere subito dopo riattivati. Ovviamente la nostra squadra potrà giocare in una metà del campo regolarmente omologata. Questo è tutto-

Mez Namara guardò dritto negli occhi il vecchio combattente: - Remedi, sei un gran figlio di puttana ma sei anche il migliore ufficiale che io abbia mai avuto. Poto non ha rivali nei cieli ma a terra , ma tu sei la mente strategica più acuta che io conosca. Ben fatto! Signori ora è tempo di giocare. Portatemi fuori quell’accozzaglia di progressisti e prepariamoci a mandarli al macello. -

La partita iniziò pochi minuto dopo e ancora oggi ricordo come avvenne il secondo miracolo, quello in cui pur non riuscendo a scacciare il nemico dal campus lo costringemmo a non vincere, permettendo a noi stessi di non perdere. E’ vero. Non li battemmo. Ma l’opinione pubblica mondiale, esaltata dall’eroismo di cinque straccioni pacifisti ma determinatissimi, scese nelle piazze, sventolando milioni di bandiere sulle quali vi era scritto “I love Lillo”. Lo stesso governo dovette intervenire decretando la fine dello stato di emergenza e con esso il termine di quella prima guerra di contestazione e liberazione. Quella classe militare aveva fallito. Quattro anni dopo iniziò l’epurazione dei quadri ufficiali che non avevano saputo cacciare i progressisti, come avevano promesso davanti alle televisioni di tutto il mondo, con tanta tracotanza. Il Generale Capo di Stato Maggiore Mez Namara si spense il 4 giugno 1971 nell’ospedale militare di Galantara nel Nevada, solo, abbandonato da tutti e consunto dalla sifilide. La moglie, ungherese, era fuggita dieci anni prima con un rifondazionista dopo avergli soffiato l’Esatour e la dignità. Al prete che gli somministrava i sacramenti rispose, inebetito dalla senilità: - Fanculo!. Al posto dell’acqua santa voglio il napalm- . Venne sepolto a San Decenzio, in Italia. Il colonnello Poto era al comando di uno dei suoi elicotteri quando parlando al telefonino con il figlio si schiantò contro i cavi ad alta tensione di un traliccio, proprio sul Potomac, il fiume sui cui argini nacque. Sulla sua tomba, un'unica scritta: gli si ruppero le pale-.

Il tenente colonnello Abel Ferrara, ritornò in patria, a Buenos Aires, evitando così la corte marziale. Dipinse senza successo per altri vent’anni, ma l’unico quadro che vendette fu l’affresco della sola partita che, per lui, avesse veramente contato. Al centro del dipinto campeggiava il drappo “I love Lillo”. Il maggiore Remedi fondò a Seattle, l’Associazione Fair Play ma si rovinò finanziariamente quando lo denunciarono per avere scritto uno statuto mendace che favoriva il solo fondatore. Il Generale di Brigata Man Cinic fu quello a cui andò meglio. Rilevò le battilarde del suo vecchio amico Mez Namara esibendosi ai bagni Sacro Cuore. Spesso gli chiedevano di rilasciare un’intervista ma si oppose sempre. Nessuno ha mai saputo perché.

 

MAX.

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