mercoledì 29 ottobre 2014

Partita di lunedì 27 ottobre. LEONARDETTE SUBIROUS (BY MAX)



LEONARDETTE SUBIROUS

San Leonardette Soubirou italianizzato in Leonardo Soubirous, è stato un religioso e mistico pesarese. E’ ancor oggi conosciuto per le apparizioni mariane alle quali riferì di aver assistito in un campo di calcetto vicino al suo paese natale, il Campetto di Massabielle, a Soria. La visione dell'allora già non più giovane Leonardette è conosciuta come apparizione della "calciatrice vestita di bianco", divenuta nota poi come Nostra Calciatrice di Lourdes. Da quella visione seguirono prodigi dichiarati non spiegabili scientificamente, da una Commissione medica appositamente istituita dall'amministrazione del Santuario dell’Athletic Club. Fu sicuramente da allora che Leonardette perdette inspiegabilmente la parola.
I sorprendenti accadimenti di cui fu protagonista in giovane età Leonardette hanno fatto di Lourdes uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per chi professa la fede nel calcetto ma soprattutto, per chi, affetto da numerosi mali, ha dovuto abbandonare le proprie passioni sportive.
Il padre, Quinto Soubirous, e la madre, Armanda Castérot, gestivano il mulino di Soria dove egli nacque il 7 gennaio del 1964. Fu battezzato due giorni più tardi, il 9 gennaio, primo anniversario di matrimonio dei suoi genitori, nella chiesa parrocchiale di Cristo Re. Appena venne alla luce pronunciò le prime frasi che vennero subito annunciate come profetiche:- “Lunedì si gioca?  Dopo di lui i due coniugi non vollero altri figli.
Leonardette conobbe presto la fame e la malattia. Di salute fragile, a causa delle tante stagioni invernali trascorse sui campi all’aperto della provincia, dimostrava comunque meno anni di quelli che aveva. I suoi sentimenti religiosi erano già forti sebbene non conoscesse il catechismo. Alcuni vicini affermarono che la famiglia viveva armoniosamente, basandosi sull’amore reciproco, mediato da una spiccata devozione religiosa.
Per contribuire al mantenimento della famiglia Leonardette venne venduto ad una squadra di calcio di Bartrès, dove egli si distinse sia per l’abilità nel controllare la palla, che per la fulminea velocità che gli permetteva di seminare senza fatica tanti giocatori più giovani di lui. Venne più tardi impiegato nella sorveglianza e pascolo delle greggi, dove ebbe occasione di conoscere il pastorello occitanico Fabienne Pontrellì.
Secondo quanto riferito dallo stesso Leonardette, il 27 ottobre 2014 già incanutito, mentre assieme al suo amico, Fabienne Pontrellì, partecipava ad una partita di calcetto vicino alla grotta di Massabielle (poco fuori Lourdes), Leonardette ebbe la prima visione di ciò che descrisse come "un piccolo calciatore giovane" eretto all’interno di una nicchia incavata nella roccia. I giocatori che giocavano con lui quella sera di fine ottobre, riferirono di non aver visto nulla. L'identità dell'apparizione - nelle parole di Leonardette - rimase sconosciuta fino alla seconda visione, quella del 3 novembre. Sino ad allora Leonardette si era limitato a chiamarla “Simonette” che, in lingua occitanica significava e significa ancor oggi “il calciatore” o “la calciatrice”. La storia di Leonardette creò scompiglio tra gli abitanti della cittadina pesarese, che erano divisi sulla convinzione che il non più giovane marchigiano mistificasse il proprio racconto per giustificare l’immobilismo durante le tante partite giocate negli ultimi dieci anni.
Presto, un grande numero di persone iniziarono comunque a seguirlo quotidianamente nel corso delle tante partite, talune per curiosità, altre le quali potevano finalmente conoscere colui che aveva assistito ad una autentica apparizione miracolosa. Il contenuto delle visioni di Leonardette fu caratterizzato da assoluta semplicità e indirizzato prioritariamente sulla necessità della preghiera e della penitenza negli spogliatoi. Tuttavia, durante la seconda apparizione, quella del 3 novembre, Leonardette spiegò alla sua famiglia che la Signora aveva detto "Recati per favore dagli altri giocatori e riferisci loro che una cappella a me dedicata dovrà essere edificata qui, accanto al campetto, vicino al fiume Foglia”. Accompagnato da due delle sue zie, Leonardette si presentò puntualmente con la richiesta al parroco di Sorii, un uomo dalla mente feconda ma austero e poco incline a credere ad affermazioni, pressoché sempre mendaci di contadini semianalfabeti e in cerca di notorietà.
Il Parroco disse a Leonardette che la bianca calciatrice doveva fornire almeno un'identificazione più certa e meno generica. Il laconico giocatore di calcetto affermò che nella visione successiva aveva ripetuto alla lettera le parole del Parroco alla figura ancora sconosciuta ma che ella si era limitata ad un inchino seguito da un impalpabile sorriso senza parola. Il sacerdote disse a Leonardette che sarebbe stato importante evidenziare la prova che la "bianca calciatrice" era reale e tangibile, capace quindi, di compiere un miracolo.
Chiese a Leonardette di far scaturire acqua finalmente calda, dalle docce del complesso calcistico, mostrando così le prove della loro virtù salvifica. Si era giunti a metà novembre.
Come Leonardette riportò più tardi alla sua famiglia e agli inquirenti civili ed ecclesiastici, durante la seconda apparizione, la bianca calciatrice gli riferì, presumibilmente di bere l’acqua sorgente che fluiva dalle docce, invitandolo a cibarsi delle piante che crescevano liberamente in quel terreno duro e arido. Dal giorno in cui Leonardette aveva portato alla luce la sorgente, 68 guarigioni tra quelle verificate dall'Ufficio Medico di Lourdes e classificate come "inspiegabili", sono state riconosciute miracolose dalla Chiesa cattolica. Tra queste: il senno restituito a Mancini, il sorriso ridipinto sul volto di Poto, la sportività del negletto Mezz, la lucidità e la bonomìa nell’epilettico Remedi.
La commissione di Lourdes che esaminò Leonardette dopo le visioni, eseguì anche un'analisi accurata dell'acqua, trovando soltanto un alto contenuto di minerali e null'altro di straordinario che potesse spiegare le menzionate guarigioni. Durante la terza apparizione, avvenuta il 10 novembre, la calciatrice vestita di bianco, alzando gli occhi al cielo e unendo in segno di preghiera le mani, avrebbe detto a Leonardette. “Io sono Simonette, l'Immacolata Punizione”. Quattro anni prima papa Pio IX aveva promulgato la dottrina dell'Immacolata Punizione, secondo cui, tra tutti gli esseri umani mai vissuti, solamente Simonette era nato privo di peccato, alieno da ogni vizio, bellissimo, simpaticissimo e privo di quello che viene chiamato “errore umano”.
Durante la quarta apparizione, quella del 17 novembre, sarebbe avvenuto il cosiddetto "Miracolo del pallone". Leonardette che in difesa, durante tutta la partita, non aveva mai toccato palla, ebbe per un istante la sfera ai propri piedi i quali, rimanendo inaspettatamente a contatto con il cuoio del pallone per non più di due secondi, bruciarono senza procurare alcun dolore a Leonardette e lasciando la pelle degli arti inferiori, incredibilmente intatta. L’episodio fu testimoniato da molte persone presenti, incluso il farmacista scettico Antoine Astutì, che cronometrò e documentò il fatto, tra cui la realizzazione di ben quattordici gol in cinque minuti ad opera di quella calciatrice vestita di banco che Leonardette riferì sempre di aver visto.
Leonardette morì lunedì 24 novembre 2054, un anno dopo la prevedibile canonizzazione. Il suo corpo, miracolosamente incorrotto e niveo come il marmo, giace nella bara di cristallo del convento di Never, dov’egli, al termine delle tante apparizioni alle quali aveva assistito, si era infine ritirato dopo avere preso i voti sacerdotali. Le tante riesumazioni effettuate sulla santa salma, non sono mai riuscite a spiegare come quella felice espressione inebriata d’inefficiente beatitudine fosse riuscita a sottrarsi al potere del tempo. I vecchi e claudicanti compagni di calcetto, che annualmente organizzavano il pellegrinaggio sino al suo sepolcro giuravano che aveva mantenuto la stessa soavità manifestata in partita quando al posto di fare il proprio dovere in difesa si immobilizzava mormorando: “ho visto l’Immacolata Punizione”.

Max.

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