martedì 10 dicembre 2013
Partiamo da una premessa. Lunedì 2 dicembre 2013, al termine della consueta partita serale, l’affranto ed umiliato Max, con una quindicina di reti subite sul groppone viene accompagnato a casa da un luminescente Abel, a bordo di uno sgangheratissimo ed inquietante furgone ispirato all’estetica di “non aprite quella porta”, celebre horror di Tobi Hooper. Non si poteva non essere fermati dall’esterrefatta polstrada territoriale, sicura di trovare al suo interno carne umana macellata. Abel si ferma e ringhia contro Max per l’inspiegabile sfiga che questi, a parer suo, gli ha trasmesso. A detta di Pollock, una cosa simile non gli era mai capitata prima. Forse perché nemmeno la polizia aveva osato, sino a quella sera, affrontare una vettura tanto orripilante da evocare sinistri trasporti ai confini tra U.S.A. e Messico. In un modo o nell’altro Pollock e Sentimenti IV ce la fanno, forse perché il vetusto funzionario sbandiera una certa pubblica ufficialità che commuove i giovani ed inquieti agenti. LUNEDI’ SERA 9 DICEMBRE “THE MASSACRE” Sulla scia di “non aprite quella porta” il massacro iniziava sin dai primi secondi di gioco ed il quintetto Poto, Mancini, Atto, Abel e Davi, soccombeva senza speranza scivolando lungo il piano inclinato di un destino serale, già crudelmente segnato. Ha avuto ragione Atto quando negli spogliatoi affermava che le squadre non erano affatto squilibrate e la sconfitta è stata determinata da una cattiva impostazione psicologica e tattica. Max, Mez, Leonardi, Simo e Rigu, a loro volta, non hanno concesso spazio e respiro alcuno né, e questo è sì encomiabile, hanno riposato sugli allori, nemmeno quando l’esito della partita era da tempo al sicuro nel caveau della Baratoff. Questo è vero spirito sportivo, non scevro di autentico rispetto nei confronti dell’avversario.
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